Nel 1910, la vita a Biccari, un borgo medievale della provincia di Foggia, era profondamente legata all'agricoltura e alla pastorizia. Gli abitanti vivevano principalmente di grano, olio d'oliva, vino e allevamento di pecore e capre. Le giornate erano scandite dai ritmi della natura: all’alba i contadini si dirigevano nei campi con carretti trainati da muli, mentre le donne si occupavano della casa, della filatura e della preparazione del pane nel forno comune.
Le strade del borgo erano strette e acciottolate, con case in pietra e tetti di coppi. La piazza principale era il fulcro della vita sociale, dove si tenevano fiere, mercati e feste religiose. La Chiesa Madre e la Torre bizantina dominavano il paesaggio, mentre intorno al borgo si estendevano boschi e colline, ancora poco toccati dalla modernizzazione.
L’illuminazione pubblica era scarsa, affidata a lampade a olio o a gas, e le comunicazioni erano lente, basate su lettere e messaggeri a cavallo. La scuola era accessibile solo a pochi, con un’istruzione limitata ai rudimenti della lettura, scrittura e matematica. La foto, scattata nel 1909 dall'ingresso del paese oggi chiamato "Al Ponte", dove si trova l'incrocio con i semafori.
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